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17 febbraio 2011

Scuola di giornalismo / 3

La bufala del forum di discussione “libera”

 

 

 

 

 

Giornalismo anglorobicosassone su carta

Abbiamo considerato nelle pagine di questo sito un caso di disinformazione continuata, perpetrata a mezzo stampa: si vedano Scuola di giornalismo / 1, Scuola di giornalismo / 2 e Qui comincia l’avventura... (§ 4.3). Il caso esaminato riguardava l’informazione su carta. Per correttezza nei confronti della testata alla quale si riferiscono tali pagine, facciamo presente che la giornalista del caso esaminato continua a lavorare in quel giornale, ma non esercita più la funzione dispotica di orientamento dell’opinione pubblica in favore degli interessi convergenti della c.d. sinistra curnense e di Pedretti. Pur escludendo che ciò sia dovuto agli articoli pubblicati in questo sito, non posso tuttavia esimermi dall’esprimere vivo compiacimento per la cessazione di un brutto periodo di egemonia del pensiero unico, che molto ha nuociuto, prima ancora che agli organi di governo del paese, ai cittadini curnensi.

 

 

Giornalismo anglorobicosassone via Internet

In questa pagina ci occupiamo invece di un giornale internettiano, Bergamo news, in sinergia – ancora una volta – con l’asse Pedretti-cosiddetta sinistra di Curno. Il caso è analogo al precedente, almeno in parte, fatte le dovute differenze: il connubio vizioso fra Pedretti e la c.d. sinistra è, in questo caso plateale e conclamato (salvo smentite chiare e inequivocabili, esprimenti ripulsa per l’ideologia e l’operato di Pedretti, che saranno benvenute); inoltre la potenza di fuoco di Bergamo news è molto inferiore a quella dell’Eco di Bergamo.

     Anche in questo caso, c’è qualcuno in redazione che si propone di dare una mano per abbattere l’amministrazione di Curno. Usano a piacimento del potere che hanno (piccolo, d’accordo. Non è questa la banalità del male? Io posso fare il male, dunque lo faccio.). Quest’uso del potere lo chiamano “professionalità”. Oh, yeah! E credono di essere giornalisti anglosassoni, quelli con le bretelle. Oh, yeah!

     Dunque Pedretti e la c.d. sinistra vogliono speronare la nave guidata in acque procellose dall’ottimo e onesto Gandolfi. Su Bergamo news si apre un dibattito, ma la redazione – come vedremo – censura. Questo è il giornalismo, bellezza! Oddio, meglio l’astio politico che le pubbliche relazioni, queste sono davvero schifose. Per non tediare il lettore, ci limitiamo a illustrare l’ultimo episodio, che non è però l’unico, essendo preceduto da analoghi incidenti di percorso, nel corso della gestione passata di Bergamo news (testimoniati da un vivace scambio di battute fra il sottoscritto e il precedente direttore).

     È vero, la ciurma imbarcata nella nave di Gandolfi, a dire la verità, non sempre è stata all’altezza della situazione, pur con qualche luminosa eccezione. Senza contare che fin da principio, all’inizio della navigazione, subito dopo la vittoria elettorale, alcuni marinai hanno remato contro. Facevano la faccia feroce, spalleggiati e coccolati dai partiti. Se la ciurma è stata quello che è stata, e che è (questo e non altro passava il convento), sempre meglio dell’asse Pedretti-cosiddetta sinistra, egemonizzato dal Pedretti medesimo. Il quale, com’è noto, è anche colui che ha sempre dato mille ragioni di pentimento a coloro che hanno commesso l’errore di affidare il proprio destino politico a lui, per essere da lui medesimo, in seguito, politicamente annientati. Eppure la c.d. sinistra dovrebbe conoscerlo. Se è vergognoso farsi mettere nel sacco da Pedretti, ancora più vituperevole è farsi mettere nel sacco partendo dal presupposto opposto, avendo cioè la pretesa d’insaccare Pedretti. Come se fosse facile, soprattutto per chi non è un’aquila!

 

 

La legge di De Gasperi e la boccuccia atteggiata a podice gallinaceo

Mettiamo le mani avanti: non è nostra intenzione attardarci in querimonie o denunce indignate, proclami in favore della libertà d’espressione. Sono cose che lasciamo fare agli altri. Prendiamo atto, invece, della sinergia tra Bergamo news e l’asse summenzionato: la cosa non ci piace, ma hanno il coltello dalla parte del manico. Dunque la cosa finisce qui, non commettiamo l’errore d’indignarci, perché l’indignazione non possiamo permettercela. Non facciamo nemmeno prediche, perché perderemmo il fiato. D’altra parte i protagonisti del tripudio curnense non sono pecorelle smarrite da riportare all’ovile. Non sono smarrite e non sono pecorelle. Consideriamo l’accaduto per quello che è, un episodio di politichetta curnense. Non mettiamola sul patetico, non versiamo lacrime: anzi, impariamo a riderne. Perché se noi piangiamo, il “nemico” gode: non sempre le cose vanno come nella canzone di Dario Fo, Ho visto un re. Noi dovremmo dar loro la soddisfazione di lamentarci? Giammai.

     Teniamo inoltre nel dovuto conto quel vecchio monito stampigliato nei papiri di goliardica e infausta memoria: «Legge di De Gasperi: Chi l’ha in culo non si esasperi». E adesso, avendo letto queste parole, speriamo che nessuno atteggi la boccuccia a mo’ di podice gallinaceo proclamando stizzito: “Che volgarità!”. Questo scandolezzamento non lo sopportiamo. Se qualcuno ha voglia di scandalizzarsi, pensi a quello che stava per combinare Pedretti al tempo della tentata ispezione in modalità di provocazione alla cosiddetta moschea, quando i soloni della c.d. sinistra affermavano che Pedretti, allontanato dall’incarico di vicesindaco per quella marachella, era un capro espiatorio.

    Questi sono i rapporti di forza, è vero. Ma nella vita non c’è niente di immutabile. Dissero i Metelli, stuzzicati da Nevio: Malum dabunt Metelli Naevio poetae. E così avvenne, anche se poi ci dispiace per Nevio. Ma l’esempio significa che la vita ha i suoi alti e bassi, anche per chi crede di stare fra due guanciali, protetto dal “sistema”.

 

 

Esempio meschinello di censura internettiana

Detto in breve, perché queste miserie non meritano di essere tirate in lungo: il sindaco Gandolfi risponde a una lettera di Pedretti indirizzata il 12 febbraio a Bergamo news, uno dei soliti conigli mediatici. In coda alla replica, del 14 febbraio (titolo: Noi tuteliamo gl’interessi dei cittadini), si sviluppa un dibattito, con singoli interventi di non più di cinquecento battute. Intervengono nel dibattito Giuli e Aristide, che rispondono – il 15 febbraio – ad altri interventi di area pedrettiana o di area innervata alla c.d. sinistra di Curno. Qualcuno però (o una “voce di dentro”?) suggerisce, memore dei consigli del conte-zio manzoniano, che occorre sopire, troncare. Che cosa? Il dibattito. Infatti, i commenti di Giuli e Aristide sono soppressi. Si direbbe che la censura intenda assegnare un vantaggio alla cosiddetta sinistra che si appresta – pare – a tripudiare insieme con Pedretti. Ecco come appare il 17 febbraio la pagina dei commenti: fare clic qui. Apparentemente, la squadra pedretto-c.d sinistrorsa ha messo in fuga Giuli e Aristide. Tanto più che il post #6, firmato da tale Andrej Bolkonskij è tutt’altro che sciocchino. Il post termina così: “Ragionamento contorto”. Dopo di che tutto tace. Evviva! I c.d. progressisti hanno segnato un punto! Grazie tante, manca la confutazione del ragionamento. Infatti, scrive il Bolkonskij:

 

Da quando se Tizio afferma su Caio qualcosa e Caio non smentisce (magari perché di tizio non gli importa niente) allora ha ragione Tizio? Ragionamento contorto

    

Traduzione: Tu dici che se Tizio (Pedretti) afferma qualcosa su Caio (la c.d. sinistra) e Caio non smentisce, allora avrebbe ragione Tizio. Cioè, avrebbe ragione il Pedretti quando si lascia sfuggire l'intenzione che «entro il 24 di febbraio la maggioranza dei Consiglieri possa depositare le dimissioni e provocare lo scioglimento del Consiglio Comunale con conseguenti elezioni a maggio 2011. (dopo il 24 febbraio se ci fossero le dimissioni della maggioranza dei Consiglieri le elezioni andrebbero alla primavera 2012 con conseguente commissariamento del Comune per tutto il periodo)». Il tuo ragionamento è contorto, afferma il Bolkonskij, perché Caio, cioè la c.d. sinistra, di fatto, non ha detto niente. Sarà, ma io mi sono limitato a osservare: il Pedretti si è lasciata sfuggire l'intenzione di un complotto architettato dal Pedretti medesimo, in concorso con la c.d. sinistra e con la quinta colonna del Pdl! E la c.d. sinistra tace! Tutto qui. Insomma, il Pedretti ha straparlato, Aristide se n'è accorto, il Bolkonskij cerca di rimediare con un sofisma: quello sopra riportato, appunto.

Ecco allora la risposta (anche garbata, credo) di Aristide:

 

Caio non smentisce gl’indizi (peraltro eloquenti), dunque non è detto ecc. Giusto. Apprezzo il passaggio del ragionamento di Bolkonskij, come pure apprezzo la “j” ch’egli ha aggiunto allo pseudonimo, su mio suggerimento. Nella disputa sono onesto, apprezzo Bolkonskij e disprezzo l’astuzia dei buzzurri come pure la dabbenaggine (che è una colpa). Farsi mettere nel sacco da Pedretti, che vergogna! Altrettanto onestamente: considerata l’eloquenza degl’indizi, perché allora Caio non smentisce?

 

Traduzione: quello di Bolkonskij è un sofisma: il fatto che la c.d. sinistra non smentisca le parole che il Pedretti si è lasciato sfuggire, per questa sua benedetta mania di estrarre dal cappello i conigli mediatici per i quali va famoso, non dimostra che il complotto è stato ordito, ma non dimostra nemmeno che il complotto non fosse stato ordito. Semplicemente, non dimostra un bel niente. Dunque, se la c.d. sinistra vuol dimostrare qualcosa, ci faccia sapere che considera esecrabile qualunque ipotesi di convergenza con il Pedretti. Non è ancora una prova, ma tanto ci basta.

    Faccio osservare, però, che le parole che il Pedretti si è lasciato sfuggire non costituiscono l'unico indizio del complotto. Il quale – tanto per la cronaca – sarà sventato con la distribuzione tempestiva del volantino “Mammuzza”: per leggere il documento in formato pdf, fare clic sull'immagine.

    Sia come sia: il mio commento non è stato pubblicato. I giornalisti anglorobicosassoni avevano capito la sottigliezza del ragionamento (che, fra l'altro, per mancanza di spazio, era necessariamente entimematico, come si spiegherà qui sotto)? Ne dubito. Ma devono aver capito, a naso, che una persona intelligente, e lo stesso Bolkonskij ne avrebbe capito il significato. E questo è bastato perché gli anglorobicosassoni censurassero: sia perché così si sentono importanti, sia perché ritengono che disarcionare il sindaco di Curno sia un'azione benemerita. Non domandiamoci perché, non serve. Limitiamoci a prenderne atto, e non prendiamocela. Anzi, impariamo a sghignazzarci sopra.

 

 

Una letterina inviata a Bergamo news

Scrivevo il 15 febbraio questa letterina a Bergamo news:

 

Gentili signori, questa mattina, circa alle 9, ho spedito un commento in risposta al post #6 di Andrej Bolkonskij, nella coda dei commenti all’articolo “ Il sindaco: ‘Noi tuteliamo l’interesse dei cittadini’ “ pubblicato su Bergamo news ieri, lunedì 14 febbraio.

     Il mio era un commento urbano, com’è mio costume: questa volta non era nemmeno sparso d’italo aceto. Addirittura mi complimentavo con Andrej Bolkonskij per la sua capacità raziocinante, che a quasi tutti i rappresentanti della politichetta curnense fa difetto. Quindi gli facevo presente – implicitamente, perché in 500 battute non si può dir tutto – che il mio ragionamento non era campato per aria (Bolkonskij invece l’aveva trovato “contorto”). Infatti, era un ragionamento di tipo cosiddetto entimematico, cioè con una premessa implicita. Ecco un esempio di entimema: “Callia è buono”; dunque “Callia dev’essere amato”. Manca la premessa maggiore, che si dà per scontata, cioè “Tutti coloro che sono buoni devono essere amati”. È un modo perfettamente lecito di ragionare, fra gentiluomini.

[...]

Riassumendo, il ragionamento completo nel mio commento [non pubblicato] è il seguente:

  • Indizi eloquenti (e non soltanto le parole del Trota-potente Tizio) ci dicono che a Curno ci sarà un tripudio con la partecipazione di Tizio e di Caio.

  • Caio, invitato a smentire, non smentisce.

  • Gli indizi di un tripudio prossimo venturo con la partecipazione di Tizio e di Caio si fanno ancora più eloquenti.

 [...]

Non mi stancherò mai di ripetere che l’aspetto più grave della politichetta di Curno non è l’alleanza tra la c.d. sinistra e la Lega nord. Nella Berlusconeide che ho pubblicato su Testitrahus, arrivavo – anzi – ad auspicarla, sotto questa duplice condizione: a) che la sinistra deponesse il servaggio all’infame Trimurti (finanza, burocrazia di fascia alta e masse impiegatizie inerti) e tornasse a fare politica, politica nobile, per la rinascita dell’Italia; b) che la Lega nord tornasse quello che era, raccogliendo la bandiera di Miglio, gettata in un fosso (non basta intitolare a Miglio una scuola: troppo facile). Ho preceduto, addirittura, la mossa di Bersani, che è di oggi, 15 febbraio, mentre io la Berlusconeide l’ho scritta il 27 gennaio.

    Ora, qual è l’aspetto orrendo del ventilato tripudio curnense? È che la c.d. sinistra possa stringere un’alleanza con Pedretti (un’alleanza politica! ben oltre che una generica convergenza di “sfiducia” della giunta Gandolfi): con Pedretti, quello dell’offesa all’art. 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, in occasione del tentativo di provocazione alla c.d. moschea. Se questa non è indifferenza etica da parte di una c.d. sinistra che pretende di essere antropologicamente, culturalmente ed eticamente superiore! E non aggiungo altro, ben sapendo che infrangerei un tabù: basti ricordare la precipitosa chiusura del blog dell’Udc, con gran soddisfazione dei soliti noti, compresa la c.d. sinistra.

    Fra l’altro, guardate che sono io il primo a sperare che quegl’indizi, che secondo Bolkonskij non dovrebbero essere presi in considerazione, siano delle piste false. Infatti, com’è possibile che una persona coma la dott.ssa Perlita Serra partecipi al tripudio, lei che nella bella intervista rilasciata a Nando dalla Chiesa si è presentata come baluardo a difesa dei sacri valori della sinistra, contro la protervia e l’ignoranza leghista (fare clic sull’immagine accanto, oppure qui)? Come potrebbe stringere un accordo proprio con Pedretti, proprio lei?

    E poi, ancora una volta, lasciate che ve lo dica. Che cos’è questo razzismo alla rovescia? Voi pubblicate all’istante un articolo scritto da tal Pedretti, mentre quando vi scrive uno che sa di latino e di greco, geometria analitica e meccanica razionale, fate i difficili? Poffare, in che mondo viviamo!

 

 

Conclusione, con spillo catulliano

Il commento presentato sopra su fondino grigio, inoltrato a Bergamo news due volte, non è mai stato pubblicato. Episodi di censura sciocchina nei miei confronti si sono già prodotti nel passato. Scrivevo il 12 novembre 2010 all'ex direttore:, di Bergamo news, l'anglorobicosassone Cesare Zapperi «Mi sono mai lamentato con voi? No, non lo faccio nemmeno adesso. Prendo atto, e mi comporto in conseguenza». Lasciate però che aggiunga questa postilla:

     Signori giornalisti d'inconcussa professionalità, e per soprammercato di professionalità anglorobicosassone, voi mi costringete a pareggiare i conti con questa paginetta. Spero che a questo punto abbiate il buon gusto di non lamentarvi. Di solito chi ha il coltello dalla parte del manico assume un atteggiamento di superiorità nei confronti di chi si lamenti di qualche ingiustizia. La cosa migliore che possiate fare è mantenere tale dirittura di superiorità, anche adesso.

     Del resto, la tecnica di rispondere a una malevolenza con una pagina scritta è antica. Dovreste saperlo, voi che siete professionisti della comunicazione. Senza pretendere d’istituire alcun confronto indebito, vi ricordo il caso di quel tale Asinio Marrucino che nel corso di una cena sottrasse al poeta Catullo un fazzoletto, un caro ricordo di un suo amico (“verum mnemosynum mei sodalis”). Che cosa scrisse Catullo? Eccolo:

 

Marrucine Asini, manu sinistra

non belle uteris in ioco atque vino:

tollis lintea neglegentiorum.

[...]

Quare aut hendecasyllabos trecentos

expecta aut mihi linteum remitte.

 

Ecco la traduzione di Enzo Mandruzzato:

 

Asinio Marruccino, non c’è garbo

in ciò che fa la tua mano sinistra

quando si beve a tavola e si scherza.

Ai distratti tu togli il fazzoletto.

[...]

Dunque o mi dài indietro il fazzoletto

o aspèttati trecento endecasillabi.

 

Anch’io (si parva licet...) avevo atteso le vostre scuse, avevo sperato che desisteste dal vostro atteggiamento di favore nei confronti, in generale, di Pedretti e – in questo caso, in particolare – dell’asse Pedretti-c.d. sinistra. Voi non avete fatto niente, così ho scritto questa paginetta.

 

 

 

Le scuole di giornalismo su Testitrahus

 

Scuola di giornalismo / 1: La tecnica del tramezzino

Scuola di giornalismo / 2: Eloquenza della notizia negata

Scuola di giornalismo / 3: La bufala del forum di discussione “libera”

Scuola di giornalismo / 4: Il lettore manipolato

Scuola di giornalismo / 5: Il giornalismo di marketta

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