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19 febbraio 2011

 

Ufficio di staff e comunicazione nel Comune di Curno

 

 

Su Bergamo news in testa a un articolo firmato da quattro consiglieri del Comune di Curno, appartenenti al gruppo di minoranza, si legge che una lettera indirizzata dal sindaco alla popolazione sarebbe ispirata dal «consulente incaricato di provvedere “alla comunicazione (sia quella istituzionale, sia quella indirizzata alla cittadinanza)” che non conosce le persone e le situazioni di Curno e sentenzia sulla base dei propri pregiudizi». Poiché quella persona sono io, rispondo per quanto di mia competenza, in merito al ruolo istituzionale di “consulente”, che istitituzionale non è.

     Trascuro invece di rispondere riguardo al fatto che non sarei iniziato alla mistica curnense, e pertanto incapace di esprimere giudizi. Come se fosse necessario essere iniziati per esprimere un giudizio sull’episodio dell’ispezione in modalità di provocazione alla c.d. moschea, sul quale la c.d. sinistra ha sempre bellamente glissato. Ed è per questo che si è meritata l’appellativo di “cosiddetta sinistra”. Come se non bastasse un minimo di fiuto per capire la manovra di convergenza tra Pedretti e c.d. sinistra (nel momento in cui scriviamo, pare che stia andando tutto a monte: merito di Pedretti, che improvvidamente ha voluto scoprire le carte [vedi questo articolo di Bergamo news], credendo di farci paura; merito anche della reazione che – almeno questa volta – è stata immediata: come sempre dovrebbe essere, quando si ha che fare con uno ζον πολιτικόν come Pedretti). Come se per capire l’inadeguatezza dei signori della politichetta di Curno e la necessità di pensare a una nuova classe dirigente (non è soltanto una questione di destra e di sinistra: qui è in ballo il “fattore umano”) non bastasse qualche buona frequentazione nel corso di una vita, ahimè, abbastanza lunga: una frequentazione, intendo dire, di uomini probi e intelligenti, di buoni libri e buoni film.

     Ecco dunque quanto ho da dire in merito.

 

Gentili signori,

colgo l’occasione per far presente ai firmatari dell’articolo Gandolfi, simbolo di attaccamento alla poltrona, pubblicato su Bergamo news il 15 febbraio, che quanto affermato riguardo alla mia persona è soltanto una mezza verità. Infatti, è vero che nel documento di costituzione dell’Ufficio di staff è scritto che sarei consulente incaricato di provvedere «alla comunicazione (sia quella istituzionale, sia quella indirizzata ai cittadini)». Ma è altrettanto vero che non ho mai svolto tale incarico. Perché, se veramente l’avessi svolto, considerando la qualità non eccelsa della comunicazione corrente del Comune di Curno, se ne dedurrebbe che sono un  buono a nulla, o un disgraziato. Insomma, qui ne va del mio onore.

     Altro è quello che si scrive e si comunica nel Comune di Curno (a parte i due numeri di 24035 Curno, Bg, della cui paternità sono orgoglioso), altro è quello che scrive Aristide. In particolare, quello che ho scritto e scrivo sotto lo pseudonimo di Aristide, è pensato ed elaborato in base a miei personali convincimenti, sull’onda di autentica e disinteressata passione politica e, ovviamente, gratuitamente. Proprio per questo avevo scelto di firmarmi con lo pseudonimo di Aristide. Poi però Bergamo news volle far sapere lippis et tonsoribus, cioè a cani e porci, che C.P. = Aristide. Non nego tuttavia di avere a più riprese dato una mano al sindaco, ma solo al sindaco (visto che altri, che avrebbero dovuto essergli vicino, erano in altre faccende affaccendati), a titolo personale e non retribuito. Ma è sbagliato affermare che io sia, di fatto, responsabile della comunicazione del Comune di Curno.

      Com’è noto, la creazione dell’Ufficio di staff è stata una gherminella burocratica. L’Ufficio di staff, che non ha mai funzionato, rispondeva a fini che solo il segretario comunale allora incaricato conosceva. So soltanto che conteneva in nuce un groviglio di velleità burocratiche, tali da far rizzare i capelli in testa, perlomeno sulla mia testa. Si volle inoltre far afferire all’Ufficio di staff l’incarico – quello sì, a me affidato – di redigere il giornale non-assessorile, da me progettato, 24035 Curno, Bg. Ma questo dell’Ufficio di staff era un passaggio, a mio sommesso parere, tutt’altro che necessario, che mai ho caldeggiato. In particolare, era previsto che all’Ufficio di staff  si affiancasse «un gruppo di lavoro [sulla comunicazione istituzionale] composto da giovani  curnesi, in possesso di laurea nell’ambito delle scienze sociali o umanistiche da selezionarsi mediante apposito bando)». Si postulava che còmpito dell’Ufficio di staff fosse «fare acquisire agli stessi [cioè ai gruppi di lavoro] maggiore competenza e dimestichezza con le tematiche della collaborazione istituzionale». Che cosa significa “collaborazione istituzionale”? Chi ne stabilisce le “tematiche”? Non chiedetelo a me.

     Ben altro, e cose più scientifiche, e più vivaci, prevedeva la mia proposta. La presentai nel momento in cui mi venne illustrata per sommi capi questa genialata dell’“Ufficio di staff”: appresi così che questo (infecondo) parto burocratico avrebbe dovuto avere me come riferimento (con il senno del poi direi: pretestuoso). Dunque, pur non credendoci troppo, perché avevo capito come buttava la faccenda, cioè in burocrazia, presentai un mio progetto (ne conservo copia) che era un naturale sviluppo delle premesse del programma elettorale, di alcuni suoi punti qualificanti. Il progetto prevedeva la costituzione di gruppi di giovani che sorvegliassero la qualità dell’ambiente mediante semplici kit di campionamento e misura, un fonometro e qualche altro accorgimento a portata di persone intelligenti, non guaste dal furore burocratico; un laboratorio  per la raccolta, il montaggio e la pubblicazione in rete di documenti audiovisivi; ecc. Altro che «competenza e dimestichezza con le tematiche della collaborazione istituzionale», con tanto di manfrine e concorsi. Altro che “Agenda 21” e le sue banalità “partecipate”: pfui! Non se ne fece niente e, ovviamente, me ne sono fatto una ragione. Ma non mettete l’Ufficio di staff sulle mie spalle, per favore, né la comunicazione istituzionale del Comune. Perché, se considero il livello della comunicazione del Comune di Curno, mi viene in mente Nanni Moretti che, sentendo certe mostruosità, monta su tutte le furie, schiaffeggia la giornalista-sciacquetta (in Caro diario) e urla: «Forse che io parlo così?». Senza contare (dovreste ormai saperlo) che a me la burocrazia fa schifo: anche i burocrati, a meno che non mostrino segni evidenti di pentimento.

     Faccio comunque presente che, se veramente avessi svolto la funzione di consulente alla comunicazione:

·      il Comune di Curno avrebbe un’immagine coordinata decente;

·  avrei corretto sostanzialmente e formalmente le comunicazioni che uscivano dal Comune di Curno indirizzate alla cittadinanza o agli organi istituzionali;

·     avrei tenuto un corso di comunicazione (quella vera, non le stramaledette, vergognose e – lasciatemelo dire – puttanesche pubbliche relazioni!) agli assessori, ai consiglieri e agl’impiegati di livello superiore del Comune: cosa che ho fatto con successo, anni fa, per i professori di una rete scolastica lombarda. Tale corso, con appendice non mistica su un uso appropriato di Word e software di uso comune, sarebbe stato enormemente più utile, interessante e meno costoso di tanti inutili e pretestuosi e costosi corsi di formazione imposti agl’impiegati del Comune di Curno, al tempo delle vacche grasse. (La formazione: oh, yeah!)

Tutto ciò premesso, ritengo che fosse giusto contrastare la manovra di soppressione dell’Ufficio di staff, il 22 settembre 2010: quella manovra aveva come scaturigine una mozione di vendetta, da parte di Pedretti nei miei confronti, aveva inoltre il significato di una prova generale del tripudio dell’asse Pedretti-c.d. sinistra.  Infatti, come si è detto sopra, l’incarico per la confezione di 24035 Curno, Bg afferiva all’Ufficio di Staff: l’unica parte dell’Ufficio di staff che abbia mai funzionato. Apparentemente si voleva colpire l’Ufficio di staff, in realtà l’oggetto dello strale era Aristide-C.P. (detestato da Pedretti, mal tollerato dalla c.d. sinistra), con l’intendimento – in ultima istanza – di azzoppare il sindaco.

     A proposito, non vi sarà sfuggito che 24035 Curno, Bg, non è più uscito. Sono stato io a chiederlo, vista l’aria (ostile) che tira. E non tanto perché sarebbero state perle gettate ai porci. Il giornale, che aveva l’ambizione di accompagnare la crescita di un gruppo d’opinione che esprimesse una classe dirigente alternativa a questi quattro signori della politichetta curnense, non esce perché non c’erano i soldi per panettoni e luminarie: se fosse stato stampato a ridosso della mancata somministrazione di panettoni ne sarebbe venuto fuori un pandemonio. Apriti cielo! Voi per primi, signori c.d. progressisti, avreste inscenato un can can, in nome della sacralità della placenta mediolanensis, o anche veronensis (cioè, del pandoro). Dio mio, come siamo caduti in basso!

 

 

Considerazione finale, per capire meglio

I buoni propositi iniziali sotto i cui auspici è nata questa Amministrazione sono stati posti in non cale, com’è noto, subito dopo la vittoria elettorale. I partiti fecero la faccia feroce: andò di moda, più che mai, il mi-piace-non-mi-piace-assessorile. C’era poco da scialare. Così addio belle speranze, addio programma elettorale. Si viveva alla giornata, mentre Pedretti un giorno sì e uno no s’inventava qualcosa per impegnare il sindaco in una guerra di logoramento, alla quale la c.d. sinistra assisteva compiaciuta, senza pensare al bene dei cittadini. Le manovre di logoramento del sindaco si consumavano nell’indifferenza perfino di chi avrebbe dovuto mostrargli gratitudine. In altre parole, ognuno agiva e “comunicava” in proprio, mentre il sindaco si faceva in quattro per porre rimedio a questo e quel pasticcio. Tant’è che tutto si può dire, ma non che questa Amministrazione abbia fatto del male. Senza contare che si è fatto, e si sta facendo, del bene. Riassumendo (e semplificando) si potrebbe dire che questa Amministrazione ha fatto bene, nonostante tutto. Proprio per questo si vorrebbe rovesciare l’Amministrazione, prima che il bene sia compiuto e venga alla luce. Di solito le Amministrazioni con la loro megalomania (soprattutto in tempo di vacche grasse), con l’ipercinetismo assessorile, con la ricerca compulsiva di consenso elettorale, fanno del male. Insomma, dovrebbe essere chiaro, a questo punto, perché io niente abbia che fare con la “comunicazione” dell’Amministrazione di Curno.