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21 marzo 2011

 

Il famigerato “Tibet free” dell’anglista curnense

 

 

Era una calda giornata dell’agosto 2008. Un periodo di stanca: già normalmente la gente non ha voglia di star dietro alle genialate degli assessori, figuriamoci adesso. Anche i giornalisti, che notizie potranno mai dare ai lettori distratti, sfiduciati e per giunta in clima prevacanziero, o postvacanziero, o addirittura in vacanza? Ci vuole un’idea. Ci vuole un “coniglio mediatico” da estrarre con destrezza dal cilindro, un’offerta che un buon giornalista non può rifiutare.

     Roberto Pedretti, abile suscitatore di conigli mediatici (si veda in questo sito la pagina Qui comincia…, al § 1.2, “I conigli mediatici”) ha un’idea. In questo periodo si parla molto del Tibet, la cui libertà è ancora una volta e ancora di più minacciata dalla potenza imperiale cinese, come se non bastassero le pene finora patite dagli abitanti di questa remota landa del mondo, come se l’esilio del Dalai Lama fosse cosa da poco o cosa sopportabile, soprattutto sotto il profilo simbolico.

     Dunque, si parla del Tibet. Normalmente al consigliere Pedretti del Tibet non importa granché. Infatti, non se n’era mai occupato prima, né – a quanto ci risulta – se n’è mai occupato dopo: politicamente, s’intende, con interventi pubblici, come questo del quale parliamo. Però, l’occasione è troppo ghiotta. Nella lotta darwiniana per la visibilità, vince chi ha la pensata giusta ed è più lesto. Ecco dunque la trovata, veramente geniale: Pedretti espone al Municipio di Curno il drappo “Tibet free”, che secondo lui significa “Tibet libero”. Peccato che così getti nel ridicolo tutta l’amministrazione di Curno. Infatti, com’è facilmente immaginabile, Tibet free non può significare altro che “liberi dal Tibet”, come – per esempio – Duty free significa “esente da tasse di dogana” (l’abbiamo visto tutti, chissà quante volte, negli aeroporti).

     Che dire? Beh, ma l’allora vicesindaco Pedretti, poi semplice consigliere comunale a Curno, quindi consigliere duplice (comunale a Curno, regionale a Milano) è fatto così. Gli piace apparire, senza contare che non si sottrae al dovere d’impartirci una lezione: si augura che il suo luminoso esempio sia seguito anche dagli altri enti locali. Da questo momento il consigliere Pedretti sarà conosciuto come l’anglista curnense, onore e vanto della terra che il Brembo bagna.

 

Ecco dunque il coniglio mediatico, com’è apparso sull’Eco di Bergamo. In basso, nel riquadro, la trascrizione fedele dell’articolo.

 

 

 

Iniziativa del vicesindaco

Striscione pro Tibet in Comune a Curno

«per non dimenticare»

«Un piccolo segnale per non dimenticare, in questi giorni di festa per lo sport: il dramma del popolo tibetano». La dichiarazione è di Roberto Pedretti, vicesindaco leghista di Curno e autore dello striscione artigianale che da ieri è esposto sulla facciata del palazzo municipale. E Pedretti, tenace sostenitore del dialetto bergamasco – è stata sua l’idea di celebrare un recente matrimonio civile nella lingua locale – per l’occasione non disdegna l’inglese. «Tibet free» è, infatti, il motto dello striscione (nella foto) che – assicura il vicesindaco – è condiviso dalla maggioranza di centro destra che guida il paese. «Un’amministrazione comunale – conclude Pedretti – non ha ovviamente competenze dirette in questo ambito. Il nostro è un gesto simbolico per sensibilizzare i nostri cittadini e ci auguriamo che venga seguito anche da altri enti locali».

M.M.