Testitrahus    pagina d’inizio

 

 

Questo sito nasce per far conoscere la Pedretteide, e questa è la pagina con la quale il sito s’apriva nel periodo 24 dicembre 2009 - 24 maggio 2010.

 

 

 

1. Perché il sito ha questo nome

“Testitrahus” è il nome di questo sito, riferito a un particolare animale politico (ζον πολιτικόν, è un’espressione di Aristotele, utilizzata peraltro in un contesto più nobile di questo), la cui denominazione scientifica, secondo il sistema di nomenclatura cosiddetto trinomiale, è Aries Petrinus Testitrahus. A tale animale politico è dedicata La Pedretteide, un’operetta che presentiamo in formato pdf, facilmente consultabile in rete, o anche “scaricabile”, come si dice, sul proprio computer. A tal fine è sufficiente, una volta aperta la pagina contenente il documento pdf, selezionare nel menu “File” l’opzione “Salva una copia”.

 

 

  2. Un libro in formato pdf da leggere e stampare

Per leggere la Pedretteide è sufficiente fare doppio “clic” con il tasto sinistro del topo del vostro computer sull'immagine di copertina, riportata qui accanto.

In copertina:

Rito di purificazione nell’antica Roma mediante sacrificio di un maiale, di un ariete e di un toro (suovetaurilia). In questo rilievo in marmo, conservato al Museo del Louvre, Parigi, è presentata la fase precedente il sacrificio, la circumambulatio. La cerimonia serviva a placare la divinità offesa: per esempio, quando un tempio fosse stato distrutto, o anche per la purificazione rituale della città (rito dell’amburbium). Ma Curno come potrà essere purificata dall’empietà del gesto provocatorio di Pedretti?

 

 

3. Com’è maturata la decisione di scrivere la Pedretteide

    e di pubblicarla in rete

Roberto Pedretti è l’uomo politico rampante, ex vicesindaco di Curno, al quale è dedicata la Pedretteide, consultabile facendo doppio “clic” sull’immagine di copertina qui sopra. Pedretti, in particolare, è l’uomo politico d’ignoranza desolante e smisurata ambizione, che aveva architettato nel mese di ottobre il cosiddetto “blitz della moschea”, fortunatamente sventato dal sindaco, considerati i possibili esiti di macelleria sociale nel paese di Curno. Vogliano i gentili internauti considerare tale operetta, scritta in forma di pamphlet settecentesco (si parva licet...) una strenna natalizia (Natale 2009: il sito viene pubblicato il 24 dicembre), niente di più. Speriamo, anche, niente di meno.

La Pedretteide nasce dalla raccolta degl’interventi del Pedretti stesso, e del suo interlocutore Aristide, in vari blog internettiani dove si commentava il fattaccio della moschea. Scegliendo e ordinando gl’interventi (il meglio delle conversazioni pubblicate nei blog di Bergamonews e del sito dell’Udc di Curno), e apponendo congrui, brevi testi esplicativi, è venuto fuori un opuscolo di 60 pagine scritto, fra l’altro, su esplicito invito del Pedretti («Scrivi un libro, se vuoi»). Aristide l’ha preso in parola. Tutti le espressioni di Pedretti, le sue topiche e le sue contraddizioni sono autentiche e certificate. Soprattutto, è autentica la sua pericolosità politica, su questo punto non abbiamo remore a pronunziarci. Quanto alla pericolosità sociale, ci asteniamo deliberatamente dal farne cenno, considerato che ogni giudizio in merito è rivendicato da istituzioni spesso gelose delle proprie competenze.

Non abbiamo difficoltà a riconoscere che, probabilmente, l’onorevole Pedretti avrebbe meritato una penna migliore, quella di un verista francese, o anche italiano. Sotto certi aspetti, il Pedretti può essere apparentato a un altro cittadino di Curno, all’onorevole Di Pietro: salvo il fatto che Di Pietro, per nostra sfortuna, è molto più intelligente. Sono entrambi arrampicatori sociali, quali s’incontrano, appunto, nella letteratura dell’Ottocento e – purtroppo – anche oggi, nella vita di tutti i giorni. In comune hanno l’ambizione sfrenata, un’indomita e ferina spregiudicatezza, una feroce volontà di potenza, un’ostinata determinazione a usare gli uomini come mezzo, senza che mai venga loro fatto di pensare che gli uomini possano essere, invece, un fine. Perciò è bene fermare il Pedretti immediatamente, finché si è in tempo. Già si è macchiato di un grave gesto di empietà nei confronti dei concittadini, non tenendo conto del loro desiderio di pace. È stato sul punto di accendere la miccia di una deflagrazione sociale a Curno. Potrebbe recare ai lombardi danni simili, o forse peggiori. Per questo Pedretti non deve essere candidato alle prossime elezioni regionali. I cittadini di Curno non lo tollererebbero. Non lo devono tollerare i cittadini lombardi.

Nonostante gli obiettivi limiti di questa Pedretteide – che l’autore non ha difficoltà a riconoscere – risulta comunque dalla sua lettura, in particolare dalla lettura delle espressioni del Pedretti, dei suoi tic, della sua “determinazione” (apparentabile a quella dei giovanotti e delle giovanotte che partecipano ai contest show della Maria de Filippi) un quadro umano e politico di indubbio interesse. Forse, anche un quadro clinico: su questo punto però, lasciamo il giudizio ai lettori di intelletto più fine e versati nella difficile arte semeiotica.

Aristide Curnense

 

Aggiornamento (agosto 2011)

A seguito della querela (dicembre 2009) sporta da Roberto Pedretti – che non non ha gradito né la Pedretteide, né Testitrahus – Aristide è stato imputato del delitto di cui all’art. 595 co. 3° del codice penale (diffamazione) per aver offeso l’onore e il decoro del consigliere regionale della Lombardia Pedretti Roberto.

     Il 30 aprile 2011 Aristide è stato completamente prosciolto con la seguente formula: «Non luogo a procedere. Il fatto non sussiste. Il querelante è condannato al pagamento delle spese processuali». Si veda il testo della sentenza in Aristide prosciolto, Pedretti condannato.

 

 

 

P.S. 1 - La mia casella di posta elettronica è aristidecurnense@tiscali.it. Metto però le mani avanti: non garantisco riposte a tutti, men che meno tempestive. Ho da lavorare, leggere, viaggiare, ricreare lo spirito, dimenticare le cose brutte del mondo: fra queste, l’odio, l’invidia, l’ambizione,  la sciocca e mal riposta volontà di potenza dei piccolo-borghesi in carriera, aziendale o politica. Se dovessi occuparmi ancora del testitrahus, credo che mancherei questo obiettivo minimalista, certo, ma saggio. Com’è saggia la filosofia di Epicuro.

 

P.S. 2 - Mettere in rete un sito non costa molto, se si dispone degli strumenti per farlo: è sufficiente registrare il cosiddetto “dominio”, acquistando contestualmente il servizio di gestione su un calcolatore permanentemente connesso alla rete (il cosiddetto “hosting” cioè il servizio di ospitalità a pagamento). Bene, il costo di questa operazione equivale a quello cui si va incontro consumando parcamente un pasto in un ristorante senza pretese. Abbiamo affrontato la spesa con piacere, per due ragioni. La prima, perché – come si dice – dove c’è gusto non c’è perdenza. La seconda, perché contrastare la scalata sociale di un ras della cui “determinazione” abbiamo già fatto triste esperimento è un dovere al quale non potevamo sottrarci. Infatti, eravamo al corrente dell’antefatto, del fatto e del progetto di dominio di questo piccolo satrapo. Guai a quelli che sanno, e fanno finta di non sapere.

 

 

 

 

Qui sopra, Bart Simpson mostra il deretano a tutti quelli che si prendono troppo sul serio. A coloro che ritengono questa figurina animata “volgare” si consiglia la lettura, in questo sito, della Scuola di bon ton (vedi indice).