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Un’occasione mancata. Ma la lotta continua
2 gennaio 2010 - Nel sito di Insieme per cambiare Curno (vedi colonnino a sinistra, nella pagina d’accoglienza di quel sito, nel tamburo a scorrimento) è possibile leggere le osservazioni della dott.ssa Perlita Serra alla nostra Pedretteide. A questo punto metto a disposizione dei miei meno che venticinque lettori la replica nella quale mi cimentai qualche giorno fa. Qualcuno avrà avuto modo di leggerla nel sito del circolo dell’Udc di Curno: v. commento del primo gennaio, dal titolo Un’occasione mancata… (ovvero afflitti da un morbo endemico).
Quella mia risposta garbata (spero), indirizzata alla dott.ssa Perlita Serra fa parte di un nostro commercio epistolare (due lettere, non di più) che credevo potesse continuare. Mi sembra di capire, leggendo in quel sito la risposta all’internauta che lamenta l’occasione mancata di depedrettizzare Curno, che così non sarà. Non nascondo che speravo – flebilmente, certo, ma ho voluto sperare – in una conspiratio bonorum. Cioè: sappiamo tutti chi è Pedretti, e allora facciamo una tregua, rimbocchiamoci le maniche, noi che abbiamo intelligenza per capire, non ignobile passione politica e un onore da difendere. Facciamo un’alleanza pro tempore, depedrettizziamo Curno. L’opposizione (o una sua parte, quella che ora ha il pallino della situazione) non ne vuol sapere? Peggio per Curno, purtroppo. Ma peggio anche per loro, perché rischiano di perdere un’occasione che non si presenterà più (non lo capiscono, o non lo vogliono capire: come certi individui ostinati che perdono al gioco e perdono ancora, ma insistono a voler giocare, e si rovinano). Dicevo: “Peggio per Curno”. Sì, perché si sente forte il bisogno di un’opposizione incalzante, ficcante, intelligente. Questa opposizione non fa politica, fa lotte di potere. E si tiene stretto il Pedretti, senza il quale si troverebbe spaesata, senza un copione da recitare, senza un ruolo da svolgere nel cosiddetto teatrino della politica. Oh, spettacolo miserando! Questa opposizione sa benissimo che il sindaco ha fermato certe manine che si protendevano sulla città, ma i signori progressisti (progressisti “de che”?) hanno provato a dire che no, che il sindaco aveva le mani in pasta, o che era lì lì per metterle. Poi con lo Schiaccianoccioline hanno avuto una lezione, a quel che mi dicono, da leccarsi i baffi. Sono stati zitti per quattro mesi. Adesso, come si legge nella risposta all’internauta, alzano nuovamente la cresta, tornano alla carica sussurrando che sì, il sindaco potrebbe avere un ditino in pasta. Masochistico e politicamente irresponsabile. Purtroppo, l’ultima uscita sul sito di Insieme per cambiare Curno conferma quanto si argomentava nella Pedretteide. Che cioè esiste un rapporto simbiotico tra Pedretti e la sinistra di potere: Pedretti è la ragion d’essere di questa sinistra. Perciò se lo tengono stretto. La quale sinistra, ricordiamo, niente ha che fare con la gloriosa tradizione della sinistra delle società operaie di soccorso, degli apostoli del socialismo, del riscatto morale e civile degl’italiani. Questa è una sinistra di potere e di governicchio, quando se ne presenti l’occasione. E Pedretti è il suo alimento, come la bottiglia di vino per l’ubriacone (nessuno si offenda: questa è la riformulazione di un’espressione di Karl Marx, riferita a un altro contesto, ovviamente).
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